La mediazione etnoclinica è rivolta a quelle situazioni che si trovano in una fase di stallo o conflitto rispetto ai percorsi previsti dai servizi territoriali (Servizio Sociale, Scuola, SerD, Servizio Sanitario Nazionale, etc.).
La mediazione etnoclinica pone le sue basi teoriche nell’ Etnopsichiatria ed è uno strumento che facilita la comunicazione tra gli attori (di diversa cultura) coinvolti.
La mediazione agisce sulle condizioni dell’incontro tra queste due parti, interrogando le teorie (i punti di vista) presenti. Non solo fa emergere il punto di vista dell’utente sul senso che prende per lui la situazione di disagio, ma riformula con i professionisti, le teorie che sono alla base degli interventi proposti ed attivati.
Il dispositivo della mediazione è flessibile e prevede il coinvolgimento di diversi soggetti a seconda dei casi (ad esempio potrebbe essere necessario coinvolgere educatori, medici, assistenti sociali, insegnanti, che sono coinvolti nella dinamica del caso in questione).
A partire dalle teorie (e punti di vista) emerse dalle due parti, sarà possibile ricostruire uno scenario di senso esplicito che, nel mettere in luce le differenze, rende possibile una comunicazione tra esse, una loro articolazione in processo di evoluzione rispetto all’empasse nella quale si trovano, rispetto al problema che ha motivato la mediazione.
Il servizio è svolto da un’équipe multidisciplinare formata da psicologo psicoterapeuta, antropologo e mediatori linguistico culturali professionali provenienti da diverse aree geografiche.
La cooperativa si avvale di mediatori linguistico culturali con documentata esperienza nel settore etnopsicologico, provenienti da Senegal, Mali, Togo, Nigeria, Ghana, Gambia, Marocco, Afganistan, Pakistan.
Su necessità di interventi rivolti a utenti di altra provenienza geografica, la cooperativa è in grado di reperire altri mediatori linguistici.